Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XX
 
 ASPASIA e BERENICE
 
 BERENICE
1035Ferma, ferma. Innocente
 è Spiridate. Il giurerò su questa,
 che infelice mi resta, ultima vita.
 Tu piangi, Aspasia? Ingrata Aspasia, e taci?
 ASPASIA
 Deh fuggi, Berenice.
1040Una furia son io.
 Perduta ho la pietà, rotta la fede;
 sacrilego è il pensier, spergiuro è il core;
 l’amicizia è tradita, è morto amore.
 
    Mi tormenta, mi cruccia, m’affanna
1045il rimorso, lo sdegno, il furor.
 
    Si tradisce, si perde, s’inganna
 e l’amica e l’amante e l’amor.
 
 BERENICE
 Povera Berenice!
 Misero Spiridate! Oh dio! Già vedo
1050cader la falce in sul tuo collo. Il colpo
 col mio cor si divide.
 Seco si mora. Occhi piangete intanto,
 che ben si deve a quel bel sangue il pianto.
 
    Quando perde la speranza,
1055lice allor che pianga amor.
 
    Insensata è la costanza,
 se tradisce col tacer
 il dover d’un gran dolor.
 
 Il fine dell’atto secondo