Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIX
 
 ARTASERSE e le suddette
 
 ARTASERSE
 Aspasia, agli odi tuoi,
 onde spento mi brami, io non favello.
980Non favello all’amore
 che de’ figli nel seno empia accendesti.
 Tutto perdono al sesso; al fresco duolo
 delle perdite tue tutto perdono.
 Al viver tuo ragiono.
985Scopri qual sia de’ figli
 ministro a’ tuoi consigli...
 BERENICE
 (Ahi, che dirà? Che spero?)
 ASPASIA
 Parla agli odi, se vuoi. Questi han per gloria
 il risponder. Diranno:
990«Non è colpa odiar chi troppo offese».
 «Parla all’amor» risponderanno i figli.
 Cercai fors’io di loro? È ver, proposi
 prezzo del letto mio la tua caduta.
 Negaro allor costanti e vidi io stessa
995nel volto lor tutto l’orror dell’opra.
 Che vinto dal desio poscia un di loro
 cercasse di piacermi,
 è colpa d’essi, anzi di te che sei
 odioso a’ nimici, a’ figli, a’ dei.
 BERENICE
1000(Respiro e mi consolo).
 ARTASERSE
 Sì ardita ancorché rea?
 ASPASIA
 Rea sarò perché taccio il parricida?
 Torno a dir, non mi è noto,
 se non che ognun di essi è mio nimico.
1005Alla patria, alla Grecia, al mondo il dico.
 ARTASERSE
 Muoiano dunque entrambi e tu con essi.
 BERENICE
 Cieli! Mio bene! Aspasia!
 ASPASIA
 Che far poss’io?... (Ma parte il crudo). Ah ferma.
 (Berenice! Mio cor! Stelle! Chi accuso?)
 BERENICE
1010E morrà Spiridate?
 ARTASERSE
                                       E seco Idaspe.
 BERENICE
 (Serba, Aspasia, il mio bene). (Ad Aspasia)
 ASPASIA
 (Amicizia, che dici? Amor, che vuoi?)
 ARTASERSE
 Né ancora il reo mi sveli?
 ASPASIA
 (Crudelissimi cieli!)
 BERENICE
1015(Pietà della mia speme).
 ASPASIA
 (E tradirò me stessa?)
 ARTASERSE
 Orsù, corro al rigor.
 BERENICE
                                       (Soccorso, oh dei!)
 ARTASERSE
 Vedo nel tuo tacer che ambo son rei.
 ASPASIA
 Ah, ferma...
 BERENICE
                         Io so il fellone, odi, trattienti.
 ASPASIA
1020Berenice, che tenti?
 Ascolta. Idaspe...
 BERENICE
                                  Segui. Idaspe è reo.
 ASPASIA
 Idaspe...
 ARTASERSE
                   È il traditor?
 ASPASIA
                                             Perdona, o cara.
 Idaspe non errò. (Ad Artaserse)
 BERENICE
                                  (Sentenza amara!)
 ASPASIA
 Non errò; tu l’assolvi e tu il difendi,
1025se fra i nimici han forza e loco i pianti.
 L’innocente già il sai, se a me tu il chiedi.
 Se cerchi ’l reo, non lo dirò ma il vedi.
 ARTASERSE
 Sì sì, scoperto è il reo,
 se palese è l’amante. Ama costei
1030e assai più che pietà quel pianto esprime.
 Idaspe favorito è il parricida.
 Orsù, morranno entrambi,
 l’uno perché l’incolpi e reo lo chiami,
 l’altro perché l’assolvi e perché l’ami.