Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XVI
 
 IDASPE e SPIRIDATE
 
 SPIRIDATE
 Deh, come allor che a me la man porgesti,
925come l’alma non disse:
 «Ella è la man d’un traditor»?
 IDASPE
                                                         Deh come,
 quando al sen mi stringesti,
 non disse l’alma: «Un empio cor vi alberga»?
 SPIRIDATE
 Oh fé tradita!
 IDASPE
                            Oh misera innocenza!
 SPIRIDATE
930Tu innocenza?
 IDASPE
                              Tu fede?
 SPIRIDATE
                                                 Aspasia il dica.
 IDASPE
 Non nominar quella crudel nimica.
 
    Non ricordarti più
 quella fatal beltà.
 
    Per meritar mercé
935in te morì la fé,
 nacque la crudeltà.
 
 SPIRIDATE
 Vanne pur. La tua vista,
 ch’esser solea mio voto e mio contento,
 si cangiò per tua colpa in mio tormento.
 
940   Vibra pure
 ostinate le sventure
 su quest’alma, irato ciel.
 
    Mi condanni il padre a torto,
 il fratel mi voglia morto,
945il mio ben mi sia crudel.