Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIII
 
 AGAMIRA e CLEOMENE
 
 AGAMIRA
815Tal morì Arsace. A lui,
 non la pietà, chiuse la morte il labbro.
 Il re sa che un suo figlio
 è traditor. Tu gli se’ ignoto e tutta
 sopra i rivali tuoi cade la colpa.
 CLEOMENE
820Innocenti fratelli!
 AGAMIRA
                                   E d’ambi farsi
 qui l’esame dovrà, qui la sentenza.
 CLEOMENE
 Ed io sarò della lor pena ingiusta
 l’autor?
 AGAMIRA
                  L’autor n’è il caso
 che felici ne vuol, senza esser rei.
 CLEOMENE
825Cruda felicità!
 AGAMIRA
                              Vile che sei!
 Così ami Aspasia? I tuoi rivali estinti,
 per chi arderan dell’imeneo le faci?
 CLEOMENE
 Con questa speme, alma ti accheta e taci.
 
    Per goder un ben sì caro,
830più legger mi par l’error.
 
    E sperando almeno imparo
 ad averne men rossor.