Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA IX
ASPASIA
ASPASIA
Cor di Aspasia che in volto
spargi fiamme di sdegno e vampe d’ira,
dimmi, sei tu quel fiero
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inimico di amor ch’esser ti vanti?
O sei tu ancor fra gl’infelici amanti?
Sì, bellissime luci
del mio... Ma taci, incauta lingua, un nome
che amato è pena e ricordato è colpa;
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e il tuo silenzio, o core,
di supplizio ti serva e di discolpa.
Ti giova pur poco
negar il tuo foco,
oh povero cor!
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Tu peni, tu taci,
tu ascondi le faci
ma senti l’ardor.