Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA VI
 
 ASPASIA e IDASPE
 
 IDASPE
1200Il fratel giurò mai fede al tuo sdegno?
 ASPASIA
 No, fermi al mio pregar foste ugualmente
 e più crebbe il mio amore.
 IDASPE
                                                   (Egli è innocente).
 Crebbe amore in quell’alma alor sì fiera?
 ASPASIA
 Eh, non dura fierezza in sen di donna.
 IDASPE
1205E pur tanti miei voti...
 ASPASIA
 È più caro l’amante alor che priega.
 IDASPE
 Perché tanti miei pianti?
 ASPASIA
 Così si frange un core o almen si piega.
 IDASPE
 L’amor di Spiridate a sé mi chiama.
1210Non so ciò che egli pensi.
 Il diletto al dover ceda per ora.
 Convien che seco io viva o seco io mora.
 
    Io vi lascio, o luci belle;
 ma de’ rai, che in voi adoro,
1215tutto avrò nel sen l’ardor.
 
    Son lontane ancor le stelle.
 Pur quaggiù dei lampi loro
 giunger sa la forza ancor. (Parte)