Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA IV
 
 IDASPE e SPIRIDATE
 
 IDASPE
 Sì crudo, o Spiridate?
 SPIRIDATE
1130Convien, perché innocente io mi palesi.
 IDASPE
 Innocente e spietato?
 SPIRIDATE
 Bella è la crudeltà, quando è virtude.
 IDASPE
 Mal si cerca virtù dentro una colpa.
 SPIRIDATE
 Ah! Idaspe, Idaspe... Io parto.
 IDASPE
1135Ferma e quel ferro a me. Si mora; questa
 è la congiura, ond’io minaccio il padre.
 Questa è la morte ad un fratello ordita.
 Accostati. Vedrai nella ferita
 palpitar l’innocenza e insiem l’amore.
1140Poi vanne e al genitore
 narra che in me fedele il cor vedesti.
 Indi svenando Aspasia,
 racconta ad essa in quel fatale istante
 che ancor trovasti il cor d’Idaspe amante. (In atto di ferirsi)
 SPIRIDATE
1145Ah! Da me per altr’uso,
 per altro fine ebb’io dal padre il ferro.
 Viva illesa la bella.
 Vivi felice, Idaspe.
 E s’hai del sangue mio sete sì ardente,
1150ecco il petto, ecco il cor. Moro innocente.
 IDASPE
 E per mostrarti tale,
 tenti di farmi reo?
 SPIRIDATE
 Ha pietà d’un fratello un parricida?
 IDASPE
 Ha due figli Artaserse. Un gli è rubello.
 SPIRIDATE
1155E s’io so che nol son, tu sarai quello.