Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA XX
 
 ASPASIA e BERENICE
 
 BERENICE
 Ferma, ferma. Innocente
 è Spiridate. Il giurerò su questa,
 che infelice mi resta, ultima vita.
 Tu piangi, Aspasia? Ingrata Aspasia, e taci.
 ASPASIA
1035Deh fuggi, Berenice.
 Una furia son io.
 Perduta ho la pietà, rotta la fede;
 sacrilego è ’l pensier, spergiuro è ’l core;
 l’amicizia è tradita, è morto amore.
 
1040   Mi tormenta, mi cruccia, m’affanna
 il rimorso, lo sdegno, il furor.
 
    Si tradisce, si perde, s’inganna
 e l’amica e l’amante e l’amor.
 
 BERENICE
 Povera Berenice!
1045Misero Spiridate! O dio! Già vedo
 cader la falce in sul tuo collo. Il colpo
 col mio cor si divide.
 Seco si mora. Occhi piangete intanto,
 che ben si deve a quel bel sangue il pianto.
 
1050   Quando perde la speranza,
 lice allor che pianga amor.
 
    Insensata è la costanza,
 se tradisce col tacer
 il dover d’un gran dolor.
 
 Fine del secondo atto