Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA XIX
 
 ARTASERSE e le suddette
 
 ARTASERSE
 Aspasia, agli odi tuoi,
975onde spento mi brami, io non favello.
 Non favello all’amore
 che de’ figli nel seno empia accendesti.
 Tutto perdono al sesso; al fresco duolo
 delle perdite tue tutto perdono.
980Al viver tuo ragiono.
 Scopri qual sia de’ figli
 ministro a’ tuoi consigli.
 BERENICE
 (Ahi! Che dirà? Che spero?)
 ASPASIA
 Parla agli odi, se vuoi. Questi han per gloria
985il risponder. Diranno:
 «Non è colpa odiar chi troppo offese».
 «Parla a l’amor» risponderanno i figli.
 Cercai fors’io di loro? È ver, proposi
 prezzo del letto mio la tua caduta.
990Negaro allor costanti e vidi io stessa
 nel volto lor tutto l’orror dell’opra.
 Che vinto dal desio poscia un di loro
 cercasse di piacermi,
 è colpa d’essi, anzi di te che sei
995odioso a’ nemici, a’ figli, a’ dei.
 BERENICE
 (Respiro e mi consolo).
 ARTASERSE
 Sì ardita ancorché rea?
 ASPASIA
 Rea sarò perché taccio il parricida?
 Torno a dir, non mi è noto,
1000se non che ognuno di essi è mio nemico.
 A la patria, a la Grecia, al mondo il dico.
 ARTASERSE
 Muoiano dunque entrambi e tu con essi.
 BERENICE
 Cieli! Mio bene! Aspasia!
 ASPASIA
 Che far poss’io! Ma parte il crudo. Ah! Ferma.
1005Berenice! Mio cor! Stelle! Chi accuso?
 BERENICE
 E morrà Spiridate?
 ARTASERSE
                                       E seco Idaspe.
 BERENICE
 Serba, Aspasia, il mio bene. (Ad Aspasia)
 ASPASIA
 (Amicizia, che dici? Amor, che vuoi?)
 ARTASERSE
 Né ancora il reo mi sveli?
 ASPASIA
1010(Crudelissimi cieli!)
 BERENICE
 Pietà de la mia speme.
 ASPASIA
 (E tradirò me stessa?)
 ARTASERSE
 Orsù, corro al rigor.
 BERENICE
                                       Soccorso, o dei!
 ARTASERSE
 Vedo nel tuo tacer che ambo son rei.
 ASPASIA
1015Ah! Ferma.
 BERENICE
                        Io so il fellone, odi, trattienti.
 ASPASIA
 Berenice, che tenti?
 Ascolta. Idaspe...
 BERENICE
                                  Segui. Idaspe è reo.
 ASPASIA
 Idaspe...
 ARTASERSE
                   È il traditor?
 ASPASIA
                                             Perdona, o cara.
 Idaspe non errò. (Ad Artaserse)
 BERENICE
                                  Sentenza amara!
 ASPASIA
1020Non errò; tu l’assolvi e tu ’l difendi,
 se fra i nemici han forza e luogo i pianti.
 L’innocente già ’l sai, se a me tu ’l chiedi.
 Se cerchi il reo, non lo dirò ma il vedi.
 ARTASERSE
 Sì sì, scoperto è ’l reo,
1025se palese è l’amante. Ama costei
 e assai più che pietà quel pianto esprime.
 Idaspe favorito è ’l parricida.
 Orsù, morranno entrambi,
 l’uno perché l’incolpi e reo lo chiami,
1030l’altro perché l’assolvi e perché l’ami.