Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA XV
 
 ARTASERSE con seguito e poi IDASPE e SPIRIDATE
 
 ARTASERSE
 
    Gran nume, il cui lume
 de l’ombra disgombra
 la nebbia e l’orror,
 
    che al cielo, che al mondo
845col raggio fecondo
 dai vita e splendor,
 
    tu luce, tu duce,
 di re, giudice e padre,
 tra un figlio parricida e un innocente,
850tu rischiara il pensier, reggi la mente.
 
 O figli, che pur figli ancor vo’ dirvi,
 udite e vi atterrisca
 l’enormità del fallo, il sagro luogo
 e questa a noi divinità presente.
855Mi s’insidia l’impero,
 mi s’invidia la vita; e v’è chi tenta
 nelle viscere vostre e nelle mie
 insanguinar la scellerata spada.
 IDASPE
 Qual empio?...
 SPIRIDATE
                              Qual rubel?...
 ARTASERSE
                                                         Contro di lui
860parlan d’Arsace le ferite e ’l sangue.
 Queste fur le sue estreme
 voci. Io le udii. Le stese
 la man su questo foglio,
 perché ebbe orror di profferirle il labbro.
865Su, si confonda il traditor. Leggete.
 SPIRIDATE
 «Per cagion d’una donna, e vita e regno
 t’insidia un figlio e nel fraterno sangue
 tenta immerger fellon l’infame acciaro».
 IDASPE
 Per cagion di una donna?
 ARTASERSE
870Qual pallor? Qual silenzio. Alma confusa
 non sa trovar discolpe.
 IDASPE
 Io reo, signor, dell’esecrando eccesso?
 SPIRIDATE
 Io macchinar stragi al fratello e al padre?
 ARTASERSE
 Perfidi, a che occultarvi?
875Un di voi nella reggia uccise Arsace.
 Ei l’attestò morendo.
 E v’è chi ’l vide e chi l’udì presente.
 V’accusa il tempo, il luogo; e un re non mente.
 IDASPE
 Forza è alfin ch’io sospetti. Ah! Spiridate,
880io tradito da te con tante frodi?
 SPIRIDATE
 Io frodi? Ah! Idaspe, Idaspe,
 tu così le tue infamie in me rivolgi?
 IDASPE
 Tu sei, tu sei l’indegno.
 SPIRIDATE
 Anzi l’amor d’Aspasia è il tuo delitto.
 ARTASERSE
885Donde mai nascer vedo i miei perigli?
 Come è complice Aspasia? (Iniqui figli).
 IDASPE
 Amai la real donna.
 SPIRIDATE
                                       E n’arsi anch’io.
 IDASPE
 Ognun per sé la chiede.
 SPIRIDATE
                                              Ella tutt’ira,
 perch’offesa da te nel morto sposo,
890prezzo a le nozze il capo tuo dimanda.
 IDASPE
 Sa il ciel ciò ch’io risposi.
 SPIRIDATE
 Lo sa s’io detestai l’empia proposta.
 IDASPE
 Ma presto accieca amor.
 SPIRIDATE
                                               Cade ben presto
 una debol costanza.
 IDASPE
895Con la pietà la fellonia si chiude.
 SPIRIDATE
 Chi più cerca ingannar finge virtude.
 ARTASERSE
 Misero re! Misero padre! Tutti
 ti tradiscon, la Grecia, Aspasia, i figli.
 O nozze scellerate! O giorno infausto
900che portò questa furia ai nostri lidi!
 E voi, barbara prole,
 vi scordaste di me? Più giustamente
 mi scorderò di voi.
 IDASPE
 Ah! Ch’io sono innocente.
 SPIRIDATE
                                                 Io non ho colpa.
 IDASPE
905Salvami, o padre, almeno
 da l’insidie de l’altro.
 SPIRIDATE
                                         O dio! Ti caglia
 de la salute tua, de la mia vita.
 ARTASERSE
 Sian racchiusi, o soldati,
 in distinta prigion; se Aspasia è sola
910che vi spinse al misfatto,
 ella palesi a forza
 quanto sa, quanto fece
 e poi la rea, cagion di tanto scempio,
 a l’altrui fellonia serva d’esempio.
 
915   Da voi parto e vi consegno
 a l’orror del vostro fallo.
 
    A chi lascia d’esser figlio,
 nel suo duolo e nel mio sdegno
 sovverrà d’esser vassallo.