Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA IX
 
 ARTASERSE e li suddetti
 
 ARTASERSE
 Non è vile chi reca un mio comando.
 IDASPE
 Padre...
 ARTASERSE
                  Perché lo fui, più non ti ascolto.
 SPIRIDATE
 A un figlio?...
 ARTASERSE
                            E perché il fosti, or sei più reo.
 La spada ed ubbidite.
 IDASPE
760Ecco il ferro...
 SPIRIDATE
                            L’acciaro...
 ARTASERSE
 Non tocchi la mia destra
 del parricidio lor gli empi stromenti. (Accenna a Lido che prende le spade dei principi)
 IDASPE
 I numi...
 SPIRIDATE
                    Il ciel...
 ARTASERSE
                                    Non più. Spergiuri e menti.
 Consolati. Vedrai (Ad Aspasia)
765degli odi acerbi tuoi sazio il furore
 su la vita de’ figli e sul mio core.
 Traeteli là dove il nostro nume
 con maestà temuta inspiri a’ rei
 il tardo orror del fallo; ed essi, in quella
770del giudicio tremendo aperta scena,
 morran pria di vergogna e poi di pena.