Pirro, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VIII
 
 ISMENE e poi CIRO
 
 ISMENE
 Pirro è innocente. O voi,
 voi di pompa e di gioia
 tanto al giubilo mio conformi oggetti,
1385che già di mie querele
 in eco risonaste egra e dolente,
 ripetete in applauso
 del mio giulivo amor: «Pirro è innocente». (Entra Ciro, seguito da un servo con tazza di veleno sopra una coppa d’argento)
 CIRO
 Cassandro è re. Con questo dono, Ismene,
1390la sua fede ei ti serba;
 e giusto è sol, perché tu sei superba. (Fatta deporre la tazza sopra un tavolino, si parte)
 ISMENE
 Favori di tiranno,
 rei stromenti di morte, in voi si affissa
 con disprezzo lo sguardo,
1395l’anima con virtù. Non vi è più oggetto
 da spaventarmi, or che innocente è Pirro.
 La sua fede è il gran bene
 che volea meco al fortunato Eliso.
 Ma pria ch’io colà scenda, ombra non vile,
1400verrò, sposo adorato,
 verrò nel tuo bel viso
 a tor l’idea di un più felice Eliso.
 
    Nel tuo bel nome, fido consorte,
 berrò  la morte dal rio velen.
 
1405   Può, caro nome, la tua dolcezza
 in alimento cangiar la morte
 o l’amarezza temprarne almen. (Prende in mano il veleno)