Pirro, Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA VII
ARIDEO
ARIDEO
Non è picciol trofeo sul cor d’Ismene
l’odio di Pirro. Un dì coprirlo ancora
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può l’amor nostro e del rival la morte.
Quanto deggio a un inganno!
Resta per nostra gloria
l’autor celarne. Il solo
conscio e ministro n’è Demetrio. Ei pera.
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Sì, pera; e con lui spento
il sospetto anche fia del tradimento.
Son empio e spietato
ma voglio goder.
Già serve alla colpa
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di giusta discolpa
lo stesso piacer.
Cortile di torre con ponte levatoio. Notte.