Pirro, Venezia, Rossetti, 1704

 SCENA ULTIMA
 
 PIRRO, DEMETRIO e li suddetti
 
 PIRRO
1470A te vengo, o Cassandro,
 liberator d’Ismene,
 non tuo nemico. Il rischio suo mi ha tratto,
 non disio di conquista o di vendetta.
 Non temer. Già da questa
1475reggia non tua, sì mal difesa, io parto.
 Parto e rispetto ancora
 la data tregua. Al dì venturo ogni altra
 ragion de l’armi a maturar sospendo.
 Mi basta Ismene; e da’ begli occhi suoi (Prende Ismene per mano)
1480de la vittoria il grande auspizio io prendo .
 ISMENE
 O amore!
 ELLENIA
                     O fede!
 DEMETRIO
                                     O gloria!
 CASSANDRO
 Pirro, abbastanza illustre
 da le perdite mie reso è ’l tuo nome.
 Tua Ismene sia; Media ed Epiro insieme
1485sien regni tuoi. L’atto che forse al mondo
 sembra necessità solo è ragione.
 Non per timor ma per dover ti cedo.
 Cedo; e a te, generoso,
 offro la pace e l’amicizia chiedo.
 PIRRO
1490Re, ti sia quest’amplesso
 un grato testimon de l’amor mio.
 ARIDEO
 Non più rival, Pirro, t’abbraccio anch’io.
 CASSANDRO
 Al giubilo di pace
 quel si aggiunga di amor, sposi felici;
1495e in due nodi Imeneo renda più chiaro
 questo dì fortunato.
 PIRRO
 Pur credi a la mia fé?
 GLAUCIA
 Pur mi torni il tuo amor?
 ISMENE, ELLENIA
                                                 Sì, sposo amato.
 CASSANDRO, ARIDEO, DEMETRIO, CIRO
 
    Vieni, o pace, e l’auree chiome
1500cinta vien di verde uliva;
 e risuoni in lieti viva,
 bella diva, il tuo gran nome.
 
 PIRRO, ISMENE, GLAUCIA, ELLENIA
 
    Vieni, amore, e ’l tuo diletto
 in ogni alma si diffonda.
1505L’aura il senta, il suolo e l’onda;
 ma più ’l senta questo petto.
 
 Fine del drama