Pirro, Venezia, Rossetti, 1704

 SCENA II
 
 CASSANDRO
 
 CASSANDRO
 Venga Ismene. In chi regna
 non v’è fallo più grave
 che una mezza pietà. Se Ismene e Pirro,
1040fanciulli ancora e a la mia fé commessi,
 togliea di vita, oggi più ferma in fronte
 mi saria di due regni
 la contesa corona. Il danno or sento.
 Pur si tenti il rimedio. Ismene arrechi
1045con le nozze del figlio o col suo sangue,
 base ad un trono. Crudeltà mi serbi
 ciò che mi diede inganno;
 e chi re non mi vuol m’abbia tiranno.