Pirro, Venezia, Rossetti, 1704

 SCENA XI
 
 PIRRO e CIRO
 
 CIRO
 Prence...
 PIRRO
                   Avete altri mostri
955contro me a scatenar, cieli ed abissi?
 Ma non v’ha peggior mostro al cor di Pirro
 dopo l’ira di Glaucia,
 dopo l’odio d’Ismene.
 
    Terra, ciel, chi mi riceve?
960Fulmini, turbini,
 sul mio capo disserratevi,
 scaricatevi.
 Sono in odio anche a me stesso.
 Parto, fuggo... O dio! Ma dove?
965Dove mai ch’io non incontri,
 per terror de le mie pene,
 l’irato Glaucia e la spietata Ismene?
 
 CIRO
 Ogn’indugio è periglio.
 Questi che miri hanno da Glaucia il cenno
970di guidarti sicuro a le tue tende.
 PIRRO
 Sì sì, vivasi ancora e almen si viva
 per la nostra innocenza.
 Giustifichiamo il nostro amor, che tempo
 di morir mai non manca; e in sì ria sorte
975tutto mi si può tor, non mai la morte.
 
    Dillo tu se ti oltraggiai;
 innocenza, il chiedo a te.
 
    Se pur forse io non errai
 per amar con troppa fé.