Pirro, Venezia, Rossetti, 1704

 SCENA VII
 
 ARIDEO
 
 ARIDEO
 Non è picciol trofeo sul cor d’Ismene
 l’odio di Pirro. Un dì compirlo ancora
860può l’amor nostro e del rival la morte.
 Quanto deggio a un inganno!
 Resta per nostra gloria
 l’autor celarne. Il solo
 conscio e ministro n’è Demetrio. Ei pera.
865Sì, pera; e con lui spento
 il sospetto anche fia del tradimento.
 
    Son empio e spietato;
 ma voglio goder.
 
    Già serve a la colpa
870di giusta discolpa
 lo stesso piacer.
 
 Cortile di torre con ponte levatoio. Notte.