Pirro, Venezia, Rossetti, 1704

 SCENA IV
 
 DEMETRIO
 
 DEMETRIO
105Ah! Demetrio, che pensi? E quale interna
 ribellion di affetti
 t’agita e ti dibatte?
 Ne la reggia nemica andrai messaggio
 del tuo re, del tuo duce? Obbligo e fede
110stringono il sacro impegno.
 Ma ti sovvenga; e libertade e vita
 al figlio di Cassandro
 colà tu dei. Non è men forte il nodo
 di un grato amore e la memoria io lodo.
115È mio principe Pirro
 ed Arideo benefattore. Ad ambi
 nel loro amor giurai la fede; e un solo
 può nel caro possesso esser beato.
 Son fra due colpe. A l’uno
120esser deggio fellone o a l’altro ingrato.
 Necessità già mi vuol reo. Qual parte
 seguo? A qual manco? O numi!
 Dove sfuggo l’error, trovo il periglio;
 dove cerco ragion manca il consiglio.
 
125  Ira vuol d’inique stelle
 ch’io sia ingrato o traditor.
 
    Reo già sono e sventurato;
 ma la colpa è del mio fato;
 e la pena è del mio cor.
 
 Deliziosa nel palazzo reale.