Aminta, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA ULTIMA
 
 DIONISIO, AMINTA e i suddetti
 
 DIONISIO
 Regina, errai ma per amarti. In poche
 voci racchiusi il fallo e la discolpa.
1395Pur sia reo, sia innocente,
 non te ne chiedo umil perdon. Ne cada
 su la cagion la pena.
 Colei che tieni accanto,
 vile di spoglie e più di cor, colei
1400è l’origine sol de falli miei.
 EURIDICE
 Celia?
 DIONISIO
               No, non è Celia; essa è l’indegna
 mia rapita germana; è quella Elisa,
 per cui ramingo errai provincie e mari.
 EURIDICE
 (Che scopro!)
 SILVIO
                            (Ella è innocente).
 DIONISIO
1405In braccio a un Silvio, a un vil pastor di Tempe
 pensa ella trar, ninfa lasciva, i giorni,
 noi scordando, sé stessa, il padre e il regno.
 Ma pensa invan. Ti giungerà il mio sdegno.
 EURIDICE
 Tanti e sì strani casi
1410non mai congiunse in un sol giorno il fato.
 L’ire, o principe, accheta;
 se tua germana è Celia,
 anche Silvio è mio figlio. Il ciel, che a noi
 or li rende pietoso, unisce il nodo.
 DIONISIO
1415Alti decreti, io vi consento e lodo.
 AMINTA
 E Adrasto?
 ADRASTO
                        È mia gran sorte
 poter bearti anche nel figlio.
 AMINTA
                                                      O fede
 per cui l’amore all’amicizia or cede!
 DIONISIO
 Ma come Elisa in Tempe?
 CELIA
1420Un felice naufragio
 punì gli audaci rapitori. Anch’io
 nell’onde irate era a perir vicina;
 ma pescator cortese
 corse opportuno e al mio destin mi tolse.
1425Già meditava la Sicilia e il padre;
 veduto Silvio, allor mi elessi in Tempe
 altra vita, altra patria;
 e vissi amando in povertà beata.
 SILVIO
 Ma più meco or godrai, sposa adorata.
 DIONISIO
1430Mirabili vicende!
 ADRASTO
                                   O strani eventi!
 CELIA, SLVIO A DUE
 O fortune!
 AMINTA e EURIDICE A DUE
                       O contenti!
 TUTTI
 
    Al dolce giubilo
 di un fido amor,
 festeggi ogni anima
1435di un bel piacer.
 
    Sin la memoria
 del fier dolor
 serva di gloria
 per più goder.
 
 Il fine dell’«Aminta»