Aminta, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VII
 
 AMINTA, ADRASTO ed EURIDICE svenuta
 
 AMINTA
 More, o ciel, la mia vita.
 Crudele amico e più crudel inganno!
 ADRASTO
 Mio re, non paventar; l’alma, sorpresa
625da deliquio mortal, ben presto a’ sensi
 ritornerà. Vedi or se t’ama?
 AMINTA
                                                     Corri
 alla vicina fonte; il passo affretta.
 Ogni ’ndugio mi uccide. O caro volto! (Adrasto si parte)
 Pallido sei ma il tuo pallor mi alletta.
 
630   Così pallido e languente,
 bel sembiante, ancor mi piaci.
 
    Perché mai, perché non spiro
 sovra lui l’alma dolente?
 Freddo labbro, a che nol baci?