Aminta, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VI
 
 EURIDICE e ADRASTO
 
 ADRASTO
 Vivo, spiro e mi resta
 pianto a versar, voce a lagnarmi ancora?
 EURIDICE
605Qual mesto suono!
 ADRASTO
                                     O vista!
 O spettacolo atroce! O re infelice!
 EURIDICE
 Qual novo male, Adrasto?
 ADRASTO
 Ah regina, regina.
 EURIDICE
                                    Un mortal ghiaccio
 mi assale il cor, mi occupa l’ossa. Parla.
 ADRASTO
610Che dir poss’io, che udir vuoi tu? Te stessa
 interroga e saprai
 la cagion del mio pianto,
 meglio dal tuo rigor che dal mio labbro.
 EURIDICE
 Che sarà mai?
 ADRASTO
                              Quanto alla Grecia, al mondo,
615quanto a te, quanto a noi
 tolse tua crudeltà! L’onor dell’armi,
 il fregio degli eroi,
 la gloria de’ monarchi
 per te mancò, per te sol cadde estinta.
 EURIDICE
620O dei! Compisci.
 ADRASTO
                                  È morto...
 EURIDICE
 Chi? Parla.
 ADRASTO
                        È morto... Aminta.
 EURIDICE
                                                            O cieli! Amin... ta. (Sviene Euridice; e Aminta, dall’albero più vicino accorrendo, la sostiene nelle sue braccia)