Aminta, Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA IV
CELIA
CELIA
Che può Silvio temer? Gli è noto forse
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ch’io sia nata regina?
Amor me gli fa eguale. Eccomi ninfa.
Celia son, non Elisa.
Tempe è la mia Sicilia,
il suo core il mio regno. Un dolce sguardo
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ch’esca da’ suoi begli occhi,
un sorriso giocondo,
che dal labbro gentil parta amoroso,
stimo più di ogn’impero e più del mondo.
Sei bello, sei quello
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che l’anima apprezza
più di ogni grandezza,
più di ogni beltà.
Del volto che adoro
più raro tesoro
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non tien la fortuna,
amore non ha.
Bosco.