Aminta, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIV
 
 AMINTA e ADRASTO
 
 AMINTA
 E credi che il mio bene,
 la mia bella Euridice,
340che tanto e tanto offesi,
 possa mirar placata e me felice?
 ADRASTO
 Mio re, confida; e intanto
 prepara il cor ch’ella qui viene.
 AMINTA
                                                           O numi!
 Con qual cor? Con quai lumi?
 ADRASTO
345Spera.
 AMINTA
                Che mai?
 ADRASTO
                                    Perdono.
 AMINTA
 Dopo il mio error?
 ADRASTO
                                     Per ottenerlo, tutti
 spendi i preghi, usa l’arti;
 chi ti detesta infido,
 se ti trova fedel, puote anco amarti.
 
350   Tanto è sdegnosa femmina amante
 quanto il suo bene crede infedel.
 
    Ma s’ei risolve di esser costante,
 ella ancor lascia di esser crudel.