Aminta, Firenze, Moucke, 1736 (controscene)

 SCENA [?]
 
 ALCEA sola
 
 ALCEA
 Che ti venga la rabbia; quand’i’ penso
 che costui sia mi’ amante,
350volge altrove le piante;
 e non so che borbotta
 quella bocca villana
 d’aver mutato stato,
 quando l’abbandonato,
355che non sa chi si sia,
 è sempre dimorato in casa mia,
 a roder ad Elpin e l’ossa e il cuore;
 or la fa da signore
 e dicendo sen va con fava e boria,
360facendo il principuccio:
 «Non dubitate, avrem di voi memoria».
 
    Finalmente è verità;
 il villano rivestito,
 il baron rannobilito
365in un tratto perde affatto
 la memoria del natale
 e diventa un animale
 nel trattar rozzo ed acerbo;
 malcreato, impertinente,
370non fa stima della gente
 ed ognor vanta superbo
 la sua falsa nobiltà.
 
 [fin qui manca in Aminta]