Aminta, Firenze, Vangelisti, 1703

 SCENA VII
 
 ADRASTO e AMINTA
 
 ADRASTO
 Ove appunto sperai ritrovo Aminta.
 AMINTA
 Ecco Adrasto. O fortuna
 nemica al mio riposo, a che mel guidi?
 ADRASTO
1365Mio re, quando Euridice
 del suo sdegno è pentita e a te pietosa
 reca il dolce perdon, tu solo, in preda
 a un dolor disperato,
 fai de’ singhiozzi tuoi gemer le rupi?
 AMINTA
1370A vita sì crudel, s’ella è pur vita,
 amico, mi condanna
 Euridice e ’l mio fallo.
 ADRASTO
 Che! Tu temi una sposa
 dopo i tuoi benefizi?
1375Il tuo timor l’offende.
 Abbandona gli orrori e a lei ritorna,
 che a braccia aperte entro del sen ti attende.
 AMINTA
 Non mi accieca il tuo amor. Son io capace
 più di perdon? Il figlio,
1380o dei! l’ucciso figlio
 render le posso? Allora
 ch’io la ritolsi al rapitor lascivo,
 ritrattò la sentenza?
 Sparse un sospiro, un sospir solo? Adrasto,
1385si dee morir. Tu parti.
 Abbastanza mi fosti
 ne’ mali miei consolator compagno.
 Te, suo caro regnante, Argo sospira,
 suo felice amator, te Celia attende.
1390Vanne a goder...
 ADRASTO
                                 Ch’io t’abbandoni, Aminta?
 Io che trovo in te solo
 tutto il mio ben? Tu mi sei Celia ed Argo;
 e nel tuo solo amor tutto possiedo.
 AMINTA
 Deh parti.
 ADRASTO
                      Io teco vissi.
1395Teco morrò.
 AMINTA
                         Rimanti,
 crudele amico. Io mi consolo alfine;
 in sì misero stato
 avrai poco a soffrir. Momenti ancora
 mi rimangon di vita.
1400La mia colpa e ’l mio duol voglion ch’io mora.
 ADRASTO
 Misero Aminta.
 AMINTA
                                Allora
 che a me chiuse le luci e sparso avrai
 di poca polve il busto esangue e l’ossa,
 vanne, ten priego, o caro,
1405all’irata mia sposa e fa’ che al mesto,
 infelice racconto
 del mio morir, si plachi; e almen ne senta,
 se non duolo, pietà. D’un suo sospiro
 quest’alma all’ombre eterne andrà contenta.
 ADRASTO
1410(Sento svellermi il cor).
 AMINTA
                                              Dille ch’io moro
 per averla tradita
 e ch’io morir dovea...