Aminta, Firenze, Vangelisti, 1703

 SCENA XX
 
 ADRASTO e detti
 
 ADRASTO
                               Tutto è già vinto, omai
1000ti assicura, o regina. O morti o presi
 sono gli audaci. Il loro duce istesso
 sente il peso de’ ceppi e custodito
 le meritate pene
 dall’ire tue, dalle sue colpe attende.
 CELIA
1005(Infelice germano!)
 EURIDICE
 Quanto per me facesti
 quest’alma vede. A miglior tempo, Adrasto,
 ti serbo la mercé di sì bell’opre.
 ADRASTO
 Che fia d’Aminta? Al suo primiero esiglio
1010lo condannasti?
 EURIDICE
                                O cielo! Andiamo, Elpino,
 dove mi chiama il core.
 Ma se m’inganni?
 ELPINO
                                    Abbi in me fede.
 EURIDICE
                                                                     Sappi
 che un deluso sperar torna in furore.
 
    Vi accetto in seno,
1015speranze care,
 per consolarmi.
 
    Per poco almeno
 si gusti un bene
 che solo viene
1020per ingannarmi.