Aminta, Firenze, Vangelisti, 1703

 SCENA VII
 
 AMINTA, ADRASTO, EURIDICE svenuta
 
 AMINTA
775Muore, o ciel, la mia vita.
 Crudele amico e più crudele inganno!
 ADRASTO
 Mio re, non paventar; l’alma, sorpresa
 da deliquio mortal, ben presto a’ sensi
 ritornerà. Vedi or se t’ama.
 AMINTA
                                                    Corri
780alla vicina fonte, il passo affretta.
 Ogn’indugio m’uccide. O caro volto! (Adrasto parte)
 Pallido se’ ma ’l tuo pallor mi alletta.
 
    Così pallido e languente,
 bel sembiante, ancor mi piaci.
 
785   Perché mai, perché non spiro
 sovra lui l’alma dolente?
 Freddo labro a che nol baci?