Aminta, Firenze, Vangelisti, 1703

 SCENA XVI
 
 AMINTA e ADRASTO
 
 AMINTA
 E credi che il mio bene,
 la mia bella Euridice,
 che tanto e tanto offesi,
450possa mirar placata e me felice?
 ADRASTO
 Mio re, confida; intanto
 prepara il cor ch’ella qui viene.
 AMINTA
                                                           O numi!
 Con qual cor? Con quai lumi?
 ADRASTO
 Spera.
 AMINTA
                Che mai?
 ADRASTO
                                    Perdono.
 AMINTA
455Dopo il mio error?
 ADRASTO
                                     Per ottenerlo, tutti
 spendi i preghi, usa l’arti;
 chi ti detesta infido,
 se ti trova fedel, puote anco amarti.
 
    Tanto è sdegnosa femmina amante
460quanto il suo bene crede infedel;
 
    ma s’ei risolve d’esser costante,
 ella ancor lascia d’esser crudel.