Aminta, Firenze, Vangelisti, 1703

 SCENA XII
 
 AMINTA
 
 AMINTA
275Quale speme è la tua, misero Aminta,
 condannata la sposa, ucciso il figlio?
 Che risolvi? Ove vai? Muori, infelice,
 e sarà men crudele
 la morte tua, se non la miri in fronte
280alla tradita tua fida Euridice.
 Muori e fuggi quegli occhi... Ah no! Mia sposa,
 sì, cara sposa, io vengo,
 con un dolore al mio delitto eguale,
 a chiederti una morte
285degna dell’ira tua. Tu sola avrai
 l’onor della vendetta
 e in onta del mio duol a te la serbo.
 Chi sa che ’l sangue mio
 non estingua i tuoi sdegni? E a me talvolta
290tu non venga notturna
 a bagnar sospirando
 di qualche lacrimetta e l’ossa e l’urna.
 
    Pria di morir godrò
 almen di rimirar
295que’ cari lumi,
 benché sdegnosi,
 
    lumi che scintillar
 per me più non vedrò
 dolci e pietosi.