Aminta, Firenze, Vangelisti, 1703
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Copia
SCENA IV
CELIA e detti
CELIA
Alfine
muovonsi gli astri avversi
de’ tuoi mali a pietà. Scoperta Aminta
ha l’innocenza tua. Piange il suo fallo
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e ’l tradimento altrui.
EURIDICE
Celia, ed è vero?
Si è pentito l’iniquo? Ah, tu m’inganni.
CELIA
Io ingannarti? Cotanto
non oserei.
EURIDICE
Parla e ti assidi.
CELIA
Ascolta.
ELPINO
Io già tutto le dissi un’altra volta.
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(O mi piace pur tanto questa Celia;
affé che di mia moglie
mi quadra un tantin più;
quest’è una celia che, se dura invero,
mi rallegra gli spiriti e ’l pensiero).