Venceslao, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA III
 
 GISMONDO
 
 GISMONDO
1015Chi ’l crederia! Poc’anzi
 tutta in pianto Lucinda, or tutta in festa.
 Passa a lieto imeneo da feral palco
 il condannato principe. E diremo
 che su volubil rota
1020giri le umane cose instabil sorte?
 Eh, d’instabilità seggio è la corte.
 
    È la corte qual ciel nubiloso
 che a riflesso di sol luminoso
 si dipinge di vaghi colori.
 
1025   Ma sì tosto che il raggio vien meno,
 quell’immagin di falso sereno
 scende in piogge o si scioglie in vapori.