Venceslao, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA X
 
 ERENICE e i suddetti
 
 ERENICE
 Signor, che in tuo potere (A’ piè di Venceslao)
 tra giustizia e pietà libri egualmente,
 difensor delle leggi,
760scudo dell’innocenza,
 giusto re, giusto padre, ecco a’ tuoi piedi
 principessa dolente.
 Chieggo la mia vendetta,
 chieggo la tua. Lagrime chieggo e sangue.
765Ti vo’ giudice e padre. Ah, rendi al mondo
 a pro del giusto ed a terror dell’empio
 di virtù, di fortezza un raro esempio.
 VENCESLAO
 Sorgi, Erenice, e la vendetta attendi
 che il tuo dolor mi chiede. (Erenice si leva)
 ERENICE
770Quale io sia, ben ti è noto.
 VENCESLAO
                                                  A’ tuoi grand’avi
 quel diadema ch’io cingo ornò le tempia.
 ERENICE
 Senza offenderti, o sire,
 amar potea l’un de’ tuoi figli?
 VENCESLAO
                                                        Amore
 non è mai colpa, ove l’oggetto è pari.
 ERENICE
775Del pari ambo i tuoi figli
 per me avvampar. Ma il foco
 fu senso in Casimiro,
 fu virtù in Alessandro.
 Piacque il pudico amante, odiai l’impuro.
780Amor che strinse i cori
 strinse le destre; e fu segreto il nodo
 per tema del rival, non per tua offesa.
 CASIMIRO
 (Mio rivale il germano!)
 ERENICE
 Io questa notte i primi
785coniugali suoi baci
 coglier dovea. L’ora vicina e d’ombre
 sparso era il ciel, quand’egli
 ne’ tetti miei, sulle mie soglie e quasi
 sugli occhi miei trafitto... Oimè!... Perdona...
 VENCESLAO
790Come! Morto Alessandro?
 ERNANDO
 (Misero prence!)
 CASIMIRO
                                  (O cieco
 furor, dove m’hai tratto? Io fratricida?)
 ERENICE
 Sì. Morto è l’infelice; e tosto ch’io
 ti miri vendicata,
795ti seguirò agli Elisi, ombra adorata.
 VENCESLAO
 S’agita al tribunal della vendetta
 la mia, non la tua causa.
 Erenice, ov’è il reo?
 ERENICE
                                       Quando tu il sappia,
 avrai cor da punirlo?
 VENCESLAO
800Sia qual si vuol, pronta è la scure; il capo
 vi perderà. Già data,
 data ho l’irrevocabile sentenza.
 Giustizia è l’ira ed il rigor clemenza.
 ERENICE
 Non tel dica Erenice. Il cor tel dica,
805tel dica il guardo. Hai l’uccisor presente.
 Quell’orror, quel pallore, (Additando Casimiro confuso)
 quegli occhi a terra fisi,
 quel stupor, quel silenzio e più di tutto
 quel ferro ancor fumante (Casimiro si lascia cadere lo stilo di mano)
810della strage fraterna a te già grida
 che un figlio del tuo figlio è l’omicida.
 VENCESLAO
 Già cedo al novo affanno. (Si copre gli occhi col fazzoletto)
 CASIMIRO
                                                 (O destra! O ferro!)
 ERNANDO
 (Miserabile padre!)
 ERENICE
 Casimiro l’uccise. Ei fece un colpo
815degno di lui. Se nol punisci, o sire,
 avido ancor di sangue
 verrà quello a votar che hai nelle vene.
 L’uccisor di un fratello
 esserlo può di un padre.
820Vendetta, o re, vendetta
 di te, di me. Ragion, natura, amore
 la dimanda al tuo core.
 Se re, se padre a me negar la puoi,
 numi del cielo, a voi la imploro, a voi.
 VENCESLAO
825Parla. Le tue discolpe (A Casimiro)
 giudice attendo.
 CASIMIRO
                                 Il ciel volesse, o sire,
 che del misfatto enorme,
 come n’è il cor, fosse innocente il braccio.
 Son reo, son fratricida,
830non ho discolpe, il mio supplizio è giusto.
 Io stesso mi condanno, io stesso abborro
 questa vita infelice,
 dal mio re condannata e da Erenice.
 VENCESLAO
 Va’, principessa, ed a me lascia il peso
835della comun vendetta.
 ERENICE
 Destra real, ti bacio;
 e il misero amor mio da te l’aspetta.
 
    Ricordati che padre
 tu sei ma tutto amor
840del figlio esangue.
 
    Contenta allor morrò
 che il ferro scorgerò
 del barbaro uccisor
 tinto nel sangue.