Venceslao, Praga, Wickhatt, 1725

 SCENA V
 
 VENCESLAO con guardie va a sedere e poi vien CASIMIRO
 
 VENCESLAO
890A me guidisi il figlio.
 Giorno, oh quanto diverso
 da quel che ti sperai! Giorno fatale!
 Oggi nacqui alla luce;
 oggi moro ne’ figli. Itene e i lieti
895apparati d’amor cangiate, o amici,
 in funeste gramaglie e in bara il trono.
 Più Venceslao, più genitor non sono.
 CASIMIRO
 Prostrato al regio piede,
 incerto fra la vita e fra la morte,
900eccomi.
 VENCESLAO
                  Sorgi. (Anima mia, sta’ forte).
 CASIMIRO
 Nelle tue mani è il mio destin.
 VENCESLAO
                                                          Mio figlio,
 reo ti conosci?
 CASIMIRO
                             E senza
 la tua pietà sono di vita indegno.
 VENCESLAO
 Cieco rotasti il ferro.
 CASIMIRO
                                        E fui spietato.
 VENCESLAO
905Alessandro uccidisti.
 CASIMIRO
                                         Il mio germano.
 VENCESLAO
 Morto Ernando volesti, il duce invitto.
 CASIMIRO
 E del colpo l’error fu più delitto.
 VENCESLAO
 Scuse non hai.
 CASIMIRO
                              L’ho ma le taccio, o sire.
 Se discolpe cercassi, io sarei ingiusto.
910Sarò più reo, perché tu sia più giusto.
 VENCESLAO
 (Vien meno il cor). Dammi le braccia, o figlio.
 CASIMIRO
 Re, padre.
 VENCESLAO
                      E prendi in questo
 l’ultimo abbracciamento.
 CASIMIRO
 L’ultimo?
 VENCESLAO
                     Ahi pena!
 CASIMIRO
                                          Ahi sorte!
 VENCESLAO
915Or vanne, o figlio.
 CASIMIRO
                                    Ove, signore?
 VENCESLAO
                                                               A morte.
 CASIMIRO
 A morte?
 VENCESLAO
                     Sì, ma vanne
 non reo ma generoso. Un cor vi porta
 degno di re che non immiti il mio.
 A me sol lascia i pianti, a me i dolori;
920figlio mi abbraccia; addio. Vattene e muori.
 CASIMIRO
 
    Vado costante a morte,
 conservami tu solo
 la sposa mia fedel.
 
    Pensando al suo gran duolo,
925sento il mio cor men forte,
 più il mio destin crudel.