I rivali generosi, Venezia, Nicolini, 1697

 SCENA III
 
 ORMONTE, poi ALARICO e BELISARIO con guardie
 
 ORMONTE
 Vanne, ingrata beltà. Sento che l’alma
 si duol d’averti amata e scossi i ceppi,
 onde tu l’hai ristretta,
 da la ragion feroce
900chiede la libertà per sua vendetta.
 ALARICO
 Sei prigioniero, Ormonte.
 ORMONTE
                                                  Io prigioniero?
 ALARICO
 Belisario lo impone.
 ORMONTE
                                        E tu ministro
 de l’opra? E Belisario...
 BELISARIO
 Che più? Rendi quel ferro.
 ORMONTE
905De’ tuoi cenni, o gran duce, eccoti Ormonte
 vittima volontaria. Ei non dovea,
 siami lecito il vanto,
 ceder ad altra man sì illustre spada,
 spada che in mille rischi
910a te accrebbe le palme, a me le glorie.
 Ecco lieto al tuo piede
 la depongo, o mio duce, e ’l suo chiarore
 de l’innocenza mia ti faccia fede.
 ALARICO
 Vedi audacia di reo! (A Belisario)
 BELISARIO
                                         (Cuor sì sublime
915può covar tradimenti?)
 Vitige preso e ben guardato Ormonte, (Ad Alarico)
 maturerò i consigli.
 ALARICO
                                       In me confida.
 BELISARIO
 Seguimi; e tu, costante,
 ben custodito a le sue stanze il guida.