Venceslao, Vienna, van Ghelen, 1725

 SCENA IV
 
 ERENICE e CASIMIRO
 
 CASIMIRO
485Felice incontro. Arresta,
 bella Erenice, il piede.
 Quel che ti vedi inante
 non è più Casimiro,
 quell’importuno e quell’ingiusto amante.
490Egli è ’l prence, l’erede
 del polonico scettro,
 tuo amator ma pudico e che destina
 te al suo trono e al suo amor moglie e regina.
 ERENICE
 Come? Tu, Casimiro, il prence erede
495del polonico scettro,
 chiedi in moglie Erenice, il vile oggetto
 de l’impuro tuo affetto?
 CASIMIRO
 Sì, principessa. A quella fiamma, ond’arsi,
 purgai quanto d’impuro avea ne l’alma.
 ERENICE
500Vane lusinghe. Io scorgo
 ancora in te quell’amator ingiusto,
 de l’onor mio nemico,
 non per virtù ma per furor pudico.
 CASIMIRO
 Se errai, fu giovanezza e non disprezzo.
 ERENICE
505E s’io t’odio, è ragione e non vendetta.
 CASIMIRO
 Cancella un pentimento ogni delitto.
 ERENICE
 Macchia di onor non mai si terge; e spesso
 insidia è ’l pentimento.
 CASIMIRO
 L’onte ripara un trono offeso.
 ERENICE
                                                        Il trono
510teco mi saria scorno e non grandezza.
 CASIMIRO
 Sarai mia sposa.
 ERENICE
                                 Io, Casimiro?
 CASIMIRO
                                                            E meco
 tu regnerai felice.
 ERENICE
 Non troverai Lucinda in Erenice.
 
    Non credo a quel core
515che sempre ingannò.
 
    Ad altro sembiante
 rivolgi il tuo amore.
 Di un facile amante
 fidarmi non so.