I rivali generosi, Venezia, Nicolini, 1697

 SCENA XII
 
 Cortile regio.
 
 ROSMILDA e poi VITIGE con guardie
 
 ROSMILDA
 
    Ricercando il caro amante
 vado errando e stanco i passi.
800Ma sol veggio e sol ritrovo...
 
 A DUE
 Che miro!
 VITIGE
                      Ah figlia!
 ROSMILDA
                                          Ah genitor!
 VITIGE
                                                                 Deh prendi
 invece d’un amplesso un mio sospiro.
 ROSMILDA
 Tal ti riveggo, o padre?
 VITIGE
 Tal ti ritrovo, o figlia?
 ROSMILDA
805Così vi chiesi, o numi,
 l’amato genitor?
 VITIGE
                                 La cara prole?
 ROSMILDA
 Tu prigionier?
 VITIGE
                              Tu serva?
 ROSMILDA
                                                  O duolo!
 VITIGE
                                                                    O pena!
 (Infedele Alarico,
 devo a la tua pietà sì fier tormento).
 ROSMILDA
810Se al comune dolor qualche conforto
 dee concedersi, o padre,
 doniamolo al riflesso
 de l’esser servi a Belisario il grande.
 Ei m’onorò regina,
815padre più che nemico. Ei non m’oppresse
 di vil catena il piede;
 «E credi che se un giorno» egli mi disse
 «avrò in mia mano il genitor Vitige,
 forse non si dorrà che da le chiome
820gli abbia tolto il diadema; e di nemico
 non vedrà in Belisario altro che ’l nome».
 VITIGE
 Tanto fe’? Tanto disse? E non hai finto?
 ROSMILDA
 Perché vuoi ch’io t’inganni?
 VITIGE
 Generoso nemico, or sì m’hai vinto.
 ROSMILDA
825A Belisario andiam.
 VITIGE
                                       Si attenda Ormonte,
 che prigionier mi fece, e a lui mi guidi.
 
    L’avvilita mia virtù,
 degli affetti in servitù,
 riede in trono e l’ire ammorza.
 
830   E se l’odio ancora tenta
 ravvivar la fiamma spenta,
 egli è un fumo che svanisce
 e un ardor che non ha forza.
 
 ROSMILDA
 O caro, amato Ormonte,
835trionfaro il tuo braccio e le tue ciglia
 del genitore insieme e de la figlia.
 
    Con lo sguardo e con la spada
 pugni invitto e ’l cuor lo sa.
 
    La tua man fa’ che non vada
840senza egual la tua beltà.