Venceslao, Vienna, partitura (Il Venceslao)

 SCENA XIII
 
 LUCINDA, VENCESLAO, ERNANDO
 
 LUCINDA
 Nel dì venturo a morte?
 Perdona, o re, di Casimiro il capo
880con l’amor mio da le tue leggi esento.
 È re di Lituania.
 Tal lo dichiaro; e come re, né dee
 né può d’altro regnante esser soggetto
 al giudicio e a le leggi.
885Rispetta il grado e ’l tuo rigor correggi.
 VENCESLAO
 In commetter la colpa
 re Casimiro ancor non era. Egli era
 mio suddito e mio figlio.
 Tal lo condanno. Il grado, a cui lo innalzi,
890lo trova reo; nel suo delitto il trova
 suddito de le leggi.
 Rispetta il giusto e l’amor tuo correggi.
 LUCINDA
 Misero Casimiro!
 Venceslao vive e tu perdesti il padre.
895Più misera Lucinda!
 Muore il tuo sposo e ’l tuo rossor più vive.
 Cotesta, o re, cotesta è la tua fede?
 Così mi sposi al figlio?
 Così l’onor mi rendi?
900O dal figlio e dal padre,
 o due volte ingannata alma meschina!
 VENCESLAO
 (De la real promessa
 or mi sovvien. Che ella si adempia è forza.
 Ma la giustizia offesa? Il giuramento?
905Mora il reo figlio, mora).
 ERNANDO
                                                (O dei! Che pensa!)
 VENCESLAO
 (Ma s’ei muore, Lucinda
 vivrà disonorata
 per mia cagion?)
 LUCINDA
                                  Spenta è per me pietade?
 VENCESLAO
 Regina, il pianto affrena.
910A l’onor tuo soddisfarassi. Ernando.
 ERNANDO
 Sire.
 VENCESLAO
             Dal duro ufficio
 già ti dispenso.
 ERNANDO
                               Io l’ubbidia con pena.
 LUCINDA
 (Mio cor, respira).
 VENCESLAO
                                     Or vanne
 al colpevole figlio; e fa’ che sciolto
915là sia condotto ove la gioia ha in uso
 di festeggiar le regie nozze.
 LUCINDA
                                                    Ah! Sire,
 a l’amor mio permetti
 che nuncia io sia del lieto avviso al prence.
 VENCESLAO
 Ti si compiaccia. Andiamo.
920Darò i cenni opportuni, onde a te s’apra
 ne la torre l’ingresso.
 LUCINDA
 Ma se ’l prence al mio amore
 persiste ingrato...
 VENCESLAO
                                   Eh! Non temer. Regina,
 sarai sua sposa e serberò la fede.
 LUCINDA
925Lieta gode quest’alma e più non chiede.
 VENCESLAO
 
    Sì sì, godi che il dolce tuo spososo
 potrai lieta nel seno abbracciar.
 
    Quella fede, che diedi pietoso,
 giusto ancora potrò conservar.
 
 LUCINDA
 
930   Sì sì, godo se trovo quel bene
 che soave la vita mi fa.
 
    In me torna la gioia e la spene,
 se in te amore ritorna e pietà.