Venceslao, Vienna, partitura (Il Venceslao)

 SCENA VI
 
 LUCINDA
 
 LUCINDA
 Lusinghiamoci ancora
 né disperiam, teneri affetti. L’alma
680del tuo piacer riempi,
 speranze adulatrici;
 e vieni il dolor mio
 di letargo a coprir, se non d’oblio.
 
    Egra e languente
685sta a cielo ardente
 la porporina
 de’ fior regina;
 ma al fresco umore
 del primo albore
690ripiglia e spiega
 la sua beltà.
 
   Anche in ristoro
 del tuo martoro,
 cor mio, sen viene
695l’amica spene;
 e al leggiadretto
 suo dolce aspetto
 in te più ardito
 l’amor si fa.