Venceslao, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA II
 
 GISMONDO, poi LUCINDA e CASIMIRO
 
 GISMONDO
 Lucinda a te sen viene.
 CASIMIRO
 Lucinda a me? Per qual destino, o dei?
 LUCINDA
975(Secondi amor propizio i voti miei).
 CASIMIRO
 Regina... Dir non oso
 Lucinda, sposa, nomi
 in bocca sì crudel troppo soavi;
 leggo su la tua fronte
980la sorte mia. Tu vieni
 nuncia de la mia morte e spettatrice.
 Di buon cor la ricevo;
 ma la ricevo in pena
 d’averti iniquo, o mia fedel, tradita,
985se pur la ria sentenza
 sul labbro tuo morte non è ma vita.
 GISMONDO
 Desta pietà.
 LUCINDA
                         (Caro dolor). Custodi,
 al piè di Casimiro
 tolgansi le ritorte.
 GISMONDO
990Lo impone il re.
 CASIMIRO
                                Che cangiamento è questo?
 LUCINDA
 Da me la morte attendi?
 Da me c Crudel, da me?
 CASIMIRO
                                               Da te che offesi.
 LUCINDA
                                                                              Ingrato.
 CASIMIRO
 Ben ne ho dolor; ma indegno
 di tua pietade io sono;
995ed or, bella, a’ tuoi piedi
 chieggo la pena mia, non il perdono.
 LUCINDA
 Casimiro, altra pena
 non vo’ da te che l’amor tuo. Del primo
 tuo pianto io son contenta.
1000Godo di perdonarti
 e la vendetta mia sia l’abbracciarti.
 GISMONDO
 Prenci, non più dimore. Il re vi attende.
 CASIMIRO
 A che?
 LUCINDA
                Dal regio labbro
 l’alto voler ne intenderai.
 CASIMIRO
                                                Già scordo
1005vicino a te, mio bene, i mali miei.
 LUCINDA
 Io ti ottenni il perdon. Temer non dei.
 GISMONDO
 Or vi precedo. (Parte)
 LUCINDA
 Andiamo. O gioia!
 CASIMIRO
                                     O sorte!
 A DUE
 Né sciolga un sì bel laccio altri che morte.
 CASIMIRO
 
    Stringi...
 
 LUCINDA
 
                       Abbraccia...
 
 A DUE
 
                                               Questo petto.
 
 CASIMIRO
 
1010Mio conforto.
 
 LUCINDA
 
                            Mio diletto.
 
 A DUE
 
 E saprai che sia goder.
 
    Senti, senti questo core;
 come immenso è in lui l’amore,
 sommo ancora è ’l suo goder.
 
 Sala per regie nozze.
 
 SCENA III
 
 VENCESLAO con guardie, poi GISMONDO
 
 VENCESLAO
 Nozze più strane e meno attese e quando,
 Polonia, udisti? Onor le chiede. Impegno
 le stringe; e questa reggia
 ne serve a l’apparato e le festeggia.
 Ma...
 ERNANDO ed ERENICE