Venceslao, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VIII
 
 ERENICE, ERNANDO ed ALESSANDRO
 
 ERNANDO
 Bella Erenice.
 ERENICE
                             Invitto Ernando.
 ERNANDO
                                                              (O vista!)
 ERENICE
200A l’ombra de’ tuoi lauri
 la comun libertà posa sicura.
 ALESSANDRO
 E de’ tuoi rischi il nostro bene è l’opra.
 ERNANDO
 Se voi lieti non rendo,
 nulla oprai, nulla ottenni. Egli ha gran tempo
205ch’ardono del tuo bello, e ben tu ’l sai,
 Casimiro e Alessandro.
 Questi, temendo il suo rival germano,
 nascose il f foco e col mio labbro espose
 le sue fiamme amorose.
210L’odio di Casimiro,
 credutomi rival, tutto in me cadde
 e in me sol rispettò l’amor paterno.
 Il cosacco rubello
 a la reggia mi tolse. Io vinsi; e ’l prezzo
215esser dovea Erenice,
 sol per render voi lieti (e me infelice).
 ERENICE
 Cor generoso.
 ALESSANDRO
                            E grande.
 ERNANDO
 Godea che a me tenuti
 foste di tanto. Casimiro alora
220fremé, si oppose, minacciò. Compiacqui
 al suo furor: presi congedo e tacqui.
 ALESSANDRO
 Ma la dimora Ora un più lungo indugio
  è comun fora comun periglio.
 ALESSANDRO
 Ma quale è ’l tuo consiglio?
 ERNANDO
225Ne la vicina notte
 sacro imeneo vi unisca.
 ALESSANDRO
                                             E poi?
 ERNANDO
                                                            Riparo
 non avrà ’l fatto. Al mio consiglio, al nodo
 non disuguale, il padre
 darà l’assenso; e del rival germano
230sarà impotente ogni furore e vano.
 ALESSANDRO
 Me fortunato appieno,
 se non dissenti.
 ERENICE
                                O dio!
 ALESSANDRO
 Che paventi, Erenice?
 ERENICE
 Questo mio così tosto esser felice.
 ALESSANDRO
235Temi il mal, non il bene.
 ERENICE
 Offendo l’onestà.
 ALESSANDRO
                                  Prendi, mia vita. (Le dà un anello)
 Sposa mi sei. Ne l’atto sacro invoco
 l’amor, la fede, Ernando.
 ERENICE
 Ti c Cedo e consorte a te mi giuro.
 ERNANDO
                                                                Parti,
240pria che ’l german fratel qui ti sorprenda.
 ALESSANDRO
                                                                             Addio.
 Verrò cinto da l’ombre
 a darti il primo maritale amplesso.
 ERNANDO
 (Io fui del mio morir fabbro a me stesso).
 ALESSANDRO
 
    Col piacer che siate miei,
245occhi bei, vi dico addio.
 
    Da voi parto sì contento
 che in lasciarvi più non sento
 il poter de l’amor mio.