Venceslao, Monaco, Straub, 1725

 SCENA II
 
 ERNANDO, ERENICE
 
 ERNANDO
 Principessa, a te viene
1045un amico, un amante
 ad unir le sue pene al tuo dolore.
 ERENICE
 Di vendetta si parli e non d’amore.
 ERNANDO
 Vendetta, sì, vendetta
 anch’io voglio, anch’io giuro. (Si accosta all’urna e snuda la spada)
1050O tu che sanguinosa
 qui d’intorno ti aggiri, ombra insepolta,
 tu ricevi i miei voti e tu gl’ascolta.
 
    Lo sdegno e ’l brando
 l’amico Ernando
1055consacra a te.
 
 ERENICE
 Quanto mi piace l’odio tuo!
 ERNANDO
                                                    Lo irrita
 amor nel tuo dolore.
 ERENICE
 E pur ritorni a ragionar di amore.
 ERNANDO
 Amor che non offende
1060né la tua fé né l’amistà di Ernando
 non può irritarti. I mali tuoi nol fanno
 più ardito e baldanzoso. Egli è ben forte
 ma disperato.
 ERENICE
                             E s’egli è tal, l’accetto.
 Disperato è anche il mio.
 ERNANDO
                                                Tale il prometto.
 ERENICE
1065Ti ricevo or compagno
 nel mio furore.
 ERNANDO
                               Andiamo. Io più di un seno
 ti additerò dove infierire.
 ERENICE
                                                 Andiamo.
 Ma tua sola mercede
 fia ch’Erenice a l’amor tuo dà fede.
 ERNANDO
 
1070   Impara da quest’alma
 a sospirar ridendo,
 a lusingar gemendo
 la gioia del dolor.
 
    Spesso l’acceso affanno
1075se non appar sul viso,
 si placa anco nel cor.