Venceslao, Monaco, Straub, 1725
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Copia
SCENA XI
CASIMIRO e GISMONDO
CASIMIRO
Amar puossi, Gismondo,
beltà più ingiusta e più superba?
GISMONDO
Prence,
de l’ingrata Erenice
315
si serve amor per gastigarti. Ei gode
che tua pena ora sia l’altrui rigore.
CASIMIRO
Di qual fallo son reo?
GISMONDO
Lo sa ’l tuo core.
CASIMIRO
Che mai?
GISMONDO
Spergiuri affetti,
giuramenti negletti,
320
mentita fede, lusinghieri baci,
Lucinda amata e poi tradita...
CASIMIRO
Eh taci.
Beltà, che più non piace,
lasciar d’amar si può.
Se il cielo in più sembianti
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i doni suoi versò,
io perché ingiusto a tanti
un sol ne adorerò?