Venceslao, Parma, Rosati, 1724 (Il Venceslao)

 SCENA IV
 
 VENCESLAO, poi ERENICE
 
 VENCESLAO
 Importuno dover, quanto mi costi!
 ERENICE
1210Vengo...
 VENCESLAO
                  Erenice, ad affrettar se vieni
 del reo figlio la pena,
 risparmia i voti. A te de la vendetta
 debitor più non sono.
 Il figlio condannato assolve il padre.
 ERENICE
1215Sì, se l’assolve il padre,
 mercé d’alta virtù che m’avvalora
 l’assolve anco Erenice.
 Ragionan di perdono a l’alma mia
 la patria, il regno, la natura e ’l mio,
1220il mio stesso Alessandro
 che, abbenché ucciso, là da l’altra riva
 in sua eccelsa virtù costante e forte
 meco l’assolve, ond’io, che in esso amai
 quella più assai che le sue belle forme,
1225vesto mia mente d’un pensier conforme.
 VENCESLAO
 No, con la tua pietade i’ non m’assolvo.
 Se restano impunite,
 passan le colpe in legge;
 e non le teme il volgo,
1230se l’esempio del re non le corregge.