Venceslao, Parma, Rosati, 1724 (Il Venceslao)

 SCENA X
 
 ERENICE e li sudetti
 
 ERENICE
725Signor, che il tuo potere (A’ piedi di Venceslao)
 fra giustizia e pietà libri egualmente,
 difensor delle leggi,
 scudo de l’innocenza,
 giusto re, giusto padre, ecco a’ tuoi piedi,
730principessa dolente,
 chiedo la mia vendetta,
 chiedo la tua. Lagrime chiedo e sangue.
 Ti vo’ giudice e padre. Ah! Rendi al mondo
 a pro del giusto ed a terror de l’empio
735di virtù, di fortezza un raro esempio.
 VENCESLAO
 Sorgi, Erenice; e la vendetta attendi
 che ’l tuo dolor mi chiede.
 ERENICE
 Qual i’ sia, ben t’è noto. (Si leva)
 VENCESLAO
                                               A’ tuo’ grand’avi
 quel diadema ch’io cingo ornò le tempia.
 ERENICE
740Senza offenderti, o sire,
 amar potea un de’ tuoi figli?
 VENCESLAO
                                                      Amore
 non è mai colpa, ove l’oggetto è pari.
 ERENICE
 Del pari ambo i tuoi figli
 per me avvampar. Ma ’l foco
745fu senso in Casimiro,
 fu virtù in Alessandro;
 piacque il pudico amante, odiai l’impuro.
 Amor che strinse i cori
 strinse le destre e fu segreto il nodo
750per tema del rival, non per tua offesa.
 CASIMIRO
 Mio rivale il germano?
 ERENICE
 Io questa notte i primi
 suoi maritali amplessi
 aver dovea. L’ora vicina e d’ombre
755spars’era il ciel, quand’egli
 su le mie soglie istesse
 trafitto, aimè... Perdona
 la libertà del pianto...
 Freddo, esanime, esangue
760versò da più ferite e l’alma e ’l sangue.
 VENCESLAO
 Come? Morto Alessandro?
 ERNANDO
 Misero prence.
 CASIMIRO
                               O cieco
 furor, dove m’hai tratto. Io fratricida?
 ERENICE
 Sì, morto è l’infelice; e tosto ch’io
765ti miri vendicata,
 ti seguirò agli Elisi, ombra adorata.
 VENCESLAO
 S’agita al tribunal de la vendetta
 la mia, non la tua causa.
 Erenice, ov’è il reo?
 ERENICE
                                       Quando tu ’l sappia,
770avrai cor da punirlo?
 VENCESLAO
 Sia qual si vuol, pronta è la scure; il capo
 vi perderà. Già data,
 data ho l’inesorabile sentenza.
 Giustizia è l’ira ed il rigor clemenza.
 ERENICE
775Non tel dica Erenice, il cor tel dica,
 tel dica il guardo; hai l’uccisor presente.
 Quell’orror, quel pallore, (Additando Casimiro che sta confuso)
 quegli occhi a terra fissi,
 il silenzio del labbro e più di tutto
780quel ferro ancor fumante (Casimiro si lascia cader lo stile di mano)
 de la strage fraterna a te già grida
 che un figlio del tuo figlio è l’omicida.
 VENCESLAO
 (Già cedo al nuovo affanno). (Si copre gli occhi col pannolino)
 CASIMIRO
                                                       O destra! O ferro!
 ERNANDO
 (Miserabile padre!)
 ERENICE
785Casimiro l’uccise. Ei fece un colpo
 degno di lui. Se nol punisci, o sire,
 avido ancor di sangue
 verrà quello a vuotar ch’hai ne le vene.
 L’uccisor d’un fratello
790esserlo può d’un padre.
 Vendetta, o re, vendetta
 di te, di me, ragion, natura, amore
 la dimanda al tuo core.
 Se re, se padre a me negar la puoi,
795numi del cielo, a voi la chiedo, a voi.
 VENCESLAO
 Parla; le tue discolpe
 giudice attendo.
 CASIMIRO
                                 Il ciel volesse, o sire,
 che del misfatto enorme,
 come n’è ’l cor, fosse innocente il braccio.
800Son reo, son fratricida;
 non ho discolpe, il mio supplizio è giusto.
 Io stesso mi condanno, io stesso abborro
 questa vita infelice,
 dal mio re condannata e da Erenice.
 VENCESLAO
805Va’, principessa; ed a me lascia il peso
 de la comun vendetta.
 ERENICE
 Destra real, ti baccio
 e ’l misero amor mio da te l’aspetta.
 
    Grida il sangue e la ferita
810del tuo figlio e del mio sposo;
 tempo è ormai di vendicarmi.
 
    Deh assicura il suo riposo
 e soltanto i’ resti in vita
 quanto basti a consolarmi.