I rivali generosi, Venezia, Nicolini, 1697

 SCENA IX
 
 ROSMILDA
 
 ROSMILDA
 
    Padre, così mi lasci afflitta e sola?
 Se parti, e chi mi resta?
 
    Chi in pena sì molesta
 m’aita per pietà? Chi mi consola?
 
215Ma che tanto dolermi? E che pavento?
 Vanne, inutil timor. Virtù non manchi
 a chi manca fortuna. Ho cuor che basta
 a confonder i mali.
 Su, cada la città; trionfi il greco
220de le suddite stragi; e sia Rosmilda
 trofeo del vincitor. Tante sventure
 potran farmi infelice? Il cuor nel petto
 sento che si rinforza;
 e del primo terror quasi ha diletto.
 
225   Il rigor de le mie stelle
 schernirò con la constanza.
 
    Per confonder le mie pene,
 già del mal mi fingo un bene,
 del timor mi fo speranza.