Venceslao, Pesaro, Gavelli, 1724 (Il fratricida innocente)

 SCENA VIII
 
 LUCINDA che nel partire s’incontra in CASIMIRO ed ERNANDO
 
 CASIMIRO
1150Principessa, non sempre
 onde apprender conforto agl’infelici
 tutte le vie son chiuse. Amico Ernando
 ne’ più teneri sensi il suo discopre
 invitto core e espone
1155più generoso il testimon nell’opre.
 LUCINDA
 I tuoi nemici ancora
 sorprende la tua morte. Ahi, che in te solo,
 in te scorge, o gran duce,
 qualche raggio di speme il mio gran duolo.
 ERNANDO
1160Or m’odi, a Casimiro
 tutta del sangue mio,
 che a pro versai del regno,
 la forza e la mercé qui tutta impegno;
 impegno ch’Erenice
1165per la di lui salvezza
 supplice verrà meco al regal piede;
 spera, chi sa. Allor che men s’apprezza
 più del vassal sa trionfar la fede.
 CASIMIRO
 O chiaro esempio di virtù più rara!
 LUCINDA
1170Cieli, addolcite la mia pena amara!
 ERNANDO
 
    Consola il tuo dolor.
 
 CASIMIRO
 
 Acheta il tuo bel cor.
 
 LUCINDA
 
 Oh dio, perché?
 
 ERNANDO, CASIMIRO A DUE
 
    Già splendono più belle
1175le stelle in ciel per te.
 
 LUCINDA
 
    Ah forse la mia sorte
 placata ancor non è.
 
 ERNANDO
 
    No no, non sospirar.
 
 CASIMIRO
 
 No no, non paventar.
 
 LUCINDA
 
1180Oh dio, perché?
 
 ERNANDO, CASIMIRO A DUE
 
                         del tuo
    Già in seno                sposo
                          al caro
 riposo amor ti diè.
 
 LUCINDA
 
    Eppur tra le ritorte
 tu porti ancora il piè.
 
 Fine dell’atto quarto