Venceslao, Pesaro, Gavelli, 1724 (Il fratricida innocente)

 SCENA VII
 
 LUCINDA
 
 LUCINDA
 Correte a rivi, a fiumi, amare lagrime.
 Tolto da me lo sposo
1130ha l’ultimo congedo.
 Più non lo rivedrò. Barbaro padre!
 Miserabile sposo! Ingiusti numi!
 Su, lagrime, correte a rivi, a fiumi.
 Ma che giova qui il pianto? All’armi, all’armi.
1135Giacché tutto disperi,
 tutto ardisci, o Lucinda. Apriti a forza
 nella reggia l’ingresso. Ecco già parmi
 di svenare il tiranno,
 di dar morte a’ custodi,
1140di dar vita al mio sposo e di abbracciarlo
 fuori de’ ceppi... Ahi dove son? Che parlo?
 
    Fra mille pensieri
 confusa men vo,
 se tema, se speri
1145quest’alma non sa.
 
    Se esangue il mio amore
 veder io dovrò,
 la morte al dolore
 riparo sarà.