Venceslao, Venezia, Buonarrigo, 1723
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Copia
SCENA XI
CASIMIRO e GISMONDO
CASIMIRO
Amar puossi, Gismondo,
300
beltà più ingiusta e più superba?
GISMONDO
Prence,
de l’ingrata Erenice
si serve amor per gastigarti. Ei gode
che tua pena ora sia l’altrui rigore.
CASIMIRO
Di qual fallo son reo?
GISMONDO
Lo sa ’l tuo core.
CASIMIRO
305
Che mai?
GISMONDO
Spergiuri affetti,
giuramenti negletti,
mentita fede, lusinghieri bacci,
Lucinda amata e poi tradita...
CASIMIRO
Eh taci.
Beltà, che più non piace,
310
lasciar d’amar si può.
Se il cielo in più sembianti
i doni suoi versò,
io perché ingiusto a tanti
un sol ne adorerò?