Venceslao, Venezia, Rossetti, 1722

 SCENA VIII
 
 CASIMIRO, LUCINDA, popoli, soldati, eccetera, escono al suono di militari strumenti
 
 LUCINDA
 
1285   Viva e regni Casimiro.
 
 POPOLI
 
 Viva, viva.
 
 CASIMIRO
 Duci, soldati, popoli, Lucinda, (Con spada alla mano)
 qual zelo v’arma? Qual furor vi muove?
 Dunque in onta del padre
1290vivrò più reo? Dovrò la vita al vostro
 tumultuoso amore?
 Dopo un german con minor colpa ucciso,
 ucciderò con più mia colpa un padre?
 Non è questa la vita
1295ch’io chieder posso. Ah prima
 rendetemi i miei ceppi,
 traetemi al supplizio; e quando ancora
 v’è chi si opponga, questo,
 sì, questo acciar trafiggerammi; in pena
1300del mio, del vostro eccesso
 io ’l carnefice sol sarò a me stesso.
 E tu datti alfin pace,
 mio solo amor, mio sol dolore, in questa
 sorte mia dispietata,
1305raro esempio di fé, sposa adorata.
 LUCINDA
 
   Non mi dir di amarmi più,
 anima senza fé, senza pietà.
 
    Tu amor per me non hai,
 né tu l’avesti mai.
1310Perché con me? Perché tanta impietà?