Venceslao, Venezia, Rossetti, 1722

 SCENA XI
 
 CASIMIRO e GISMONDO
 
 CASIMIRO
 Amar puossi, Gismondo,
300beltà più ingiusta e più superba?
 GISMONDO
                                                               Prence,
 de l’ingrata Erenice
 si serve amor per gastigarti. Ei gode
 che tua pena ora sia l’altrui rigore.
 CASIMIRO
 Di qual fallo son reo?
 GISMONDO
                                         Lo sa ’l tuo core.
 CASIMIRO
 
305   Beltà, che più non piace,
 lasciar d’amar si può.
 
    Se il cielo in più sembianti
 i doni suoi versò,
 io perché ingiusto a tanti
310un sol ne adorerò?